Abbiamo già parlato di mamme lavoratrici nel precedente articolo. Oggi vogliamo parlare di aziende ed enti che concretamente sostengono mamme che lavorano.
Un caso a sostegno delle mamme lavoratrici: l’Università di Trento
Bisogna dire che molte aziende o enti pubblici, già vanno incontro alle esigenze delle mamme. L’Università di Trento ha messo a disposizione spazi dedicati all’allattamento ed al cambio dei neonati, spazi intimi e puliti. A disposizione di dipendenti universitari, di studenti, ma anche all’occorrenza per gli esterni. Ha messo a disposizione dei propri dipendenti dei nidi interni oppure convenzionati, in modo che i dipendenti possano accedervi in maniera privilegiata e con scontistiche. Sono stati creati sportelli a supporto di genitori e figli, e percorsi di accompagnamento per mamme al rientro a lavoro. Viene data la possibilità ai genitori di appoggiarsi ai centri estivi interni. Non poteva certo mancare per l’Università di Trento anche la possibilità per i propri dipendenti, di accedere allo smart working ed alla flessibilità oraria.
Il caso Stantec: tempo indeterminato a mamme in gravidanza
Non è la prima volta che l’azienda Stantec, leader di consulenza ingegneristica ed architettonica, assume a tempo indeterminato una donna in avanzato stato di gravidanza. L’ha fatto anche concedendo flessibilità oraria, smart working e part-time. Non è però questa l’unica misura a favore delle donne: negli anni ha infatti eliminato la disparità di genere e di trattamento retributivo. Perché in Stantec quello che conta è la qualità del proprio lavoro, vengono riconosciuti ed apprezzati il talento e le potenzialità dei propri dipendenti. Non l’impegno in termini di ore lavorate. Perché lavorare in un ambiente che permetta la conciliazione vita-lavoro, aumenta la produttività. Cercare di conciliare i bisogni delle mamme lavoratrici con quelli dell’azienda è per Stantec fondamentale. Infatti, una mamma può essere una professionalità molto valida e dal punto di vista aziendale, già formata. Il rischio di perdere una professionalità tale è pericoloso economicamente, perché significherebbe perdere tempo, soldi ed energie a formare una nuova figura che si occupi di quella mansione. Il concetto è: vado incontro alle esigenze della madre lavoratrice, perché sono consapevole di cosa rischio di perdere.
Zeta Service: la divisione “Felicità e Valori”
L’azienda Zeta Service, specializzata in human resources e consulenza del lavoro, ha uno staff rappresentato all’80% da donne. Mette al centro del proprio business la felicità dei dipendenti. Per questo ha creato la divisione “Felicità e Valori”. Attraverso sondaggi, l’azienda monitora continuamente le esigenze dei propri collaboratori. Negli anni ha integrato politiche di orari flessibili, smart working e presenza di una sorta di “tuttofare” aziendale, a disposizione dei propri collaboratori. Per un aiuto nelle faccende di tutti i giorni (pulizia dell’auto, cambio delle gomme, ecc.). Inoltre favorisce visite mediche in azienda, incontri, yoga. Il risultato? La soddisfazione dei dipendenti, in primis, e di conseguenza un maggiore sviluppo aziendale. Un altro esempio insomma, di come un’azienda al femminile, che misura l’impegno più che il tempo, miri al benessere, all’ascolto ed al coinvolgimento dei collaboratori.
Il caso Nestlè
In Nestlè, hanno pensato sia alla mamma sia al papà. Il congedo di paternità è infatti esteso a 15 giorni retribuiti (anziché 4+1 previsti per legge). Poi accesso allo smart working libero, nido aziendale e strutture convenzionate, acquisto agevolato di libri scolastici. Queste sono solo alcune delle modalità intraprese dall’azienda tutta italiana per andare incontro alle esigenze dei propri dipendenti. Anche il direttore delle risorse umane di Nestlè sfrutta per primo i vantaggi del lavoro agile, appoggiandosi a questa modalità un paio di giorni al mese.
Il cartellino? Si timbra solo per sapere se il dipendente quel giorno è in sede, per questioni di sicurezza. Se qualche tempo fa la responsabilizzazione riguardava solo i commerciali, oggi la fiducia viene data a tutte le cariche. Ne resta esclusa, al momento, solo la produzione.
Cambia anche la disposizione degli spazi, privilegiando la collaborazione, ma disponendo zone dove è mantenuta la privacy. Inoltre, aree relax, biblioteche e zone pet-friendly; ma anche studi dove svolgere prelievi ed esami di laboratorio e stati di salute per prevenzione.
L’azienda funziona? I dipendenti avranno più figli, diminuiranno le assenze e i costi
In Stantec, il 46% dei dipendenti è donna; di queste il 16% ha figli di età inferiore ai 3 anni e il 24% di età superiore ai 3 anni. In Nestlè, la media è di 1,5 figli a dipendente (11% in più rispetto alla media nazionale). Sempre in Nestlè le assenze sono inferiori all’1%. Sono stati ridotti i costi, in quanto sono diminuiti gli straordinari e dunque le ferie residue. Una quota del premio può essere utilizzata per previdenza complementare e assistenza; c’è un contributo per chi arriva a lavoro con la metro, per incentivare gli spostamenti coi mezzi.
_Elena